Respirava la luce.
Questo ricordava di lei. Che respirava la luce.
Ogni mattina, quando la maggior parte del mondo si svegliava brontolando al suono di una sveglia troppo insistente, lei, al contrario, si svegliava contenta perché c’era luce.
Questo ricordava di lei. Che respirava la luce.
Ogni mattina, quando la maggior parte del mondo si svegliava brontolando al suono di una sveglia troppo insistente, lei, al contrario, si svegliava contenta perché c’era luce.
Come i cavoli hanno molti strati, e più si va verso il cuore, più tenere diventano.
Esistono storie pesanti, storie belle, storie ruvide, storie magre e storie leggere. Poi ci sono le storie che svaniscono in fretta, quelle che finiscono subito, fulminee, altre che durano per sempre.
Così perché devo dire ad alta voce quello che penso.
Parlo spesso a me stessa, davanti allo specchio. Non ci penso, magari sono lì per pettinarmi o truccarmi e prima che io possa realizzarlo sto già parlando. Il mio riflesso allo specchio parla solo inglese e sparlucchia un po’ di francese, ma non un gran ché, quindi non gli posso parlare dei miei problemi in francese e a dire le cose in inglese tutto sembra molto più serioso ed importante.
-No, no, no vecchio. La mia bimba è una 911 Porche, centralina rimappata. Sospensioni nuove di zecca, ma cerchioni storici, bottino dell’ultima fiera l’altro mese.
Me lo chiede con il sorriso sulla faccia.
Un sorriso.
Sulla faccia.
Alle 6 e 17 della mattina.
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