Fanno rumore le porte quando sbattono tirate dall’aria.

Alcune porte sbattono sempre, quando si chiudono, anche quando non c’è vento.

Sono la prima cosa a cui penso, le porte, quando immagino una storia d’amore che finisce. Le porte fanno un gran fracasso quando si chiudono.

Le storie d’amore invece no. Lo fanno silenziosamente, di soppiatto. Nel silenzio e nel buio dell’inconscio tramano e si spengono e quando tu te ne accorgi, BAM, è troppo tardi.

Sono già morte.

Allora, dentro di te, lo puoi quasi sentire, BAM, la porta che si è serrata. BAM!

Ma non è la storia che è finita, a fare quel frastuono assordante, no, è il vuoto che ti ritrovi addosso.

Mi son detta che se una storia d’amore fosse come una porta, magari come un porta che cigola un po’, me ne sarei accorta che si stava chiudendo e mi sarei lanciata ad afferrarne la maniglia. Avrei tentato di tenerla aperta, forse non più di un paio di volte. L’avrei tenuta aperta per farci entrare tutto l’amore del mondo. Ma poi l’avrei capito che le porte, con il vento che tira, non riescono a starsene ferme. Allora l’avrei chiusa, ma piano, con dolcezza, non l’avrei mai lasciata sbattere. La porta, e la storia d’amore.

Ma poi mi do della stupida perché le porte sono porte e le storie d’amore sono storie d’amore. E le storie d’amore sono silenziose.