-Cosa desidera?

Me lo chiede con il sorriso sulla faccia.

Un sorriso.

Sulla faccia.

Alle 6 e 17 della mattina.

E fuori piove.

Deve essere pazzo. Oppure isterico. O io sono fortunata, come al solito, e lui è un pazzo isterico.

Lo guardo di sottecchi, ficcandomi negli occhi tutta l’aria di sfida che riesco a raccattare su dagli angoli del mio corpo alle 6 e 17 del mattino e dico: – Voglio una soluzione a tutti i miei problemi, con una spolverata di cacao, per favore.

Lui ride.

E’ isterico, è chiaro ora.

O evidentemente pensa che la mia fosse una risposta ironica.

Oppure sono io la pazza isterica.

– Arriva subito.

Si certo, come no.

Mi mette un caffè e una brioche davanti al naso.

Niente cacao.

Ora, io solitamente non sono una che la tira per le lunghe.

Con gli sconosciuti, intendo. Con chiunque altro la tiro così tanto per le lunghe che a confronto Ulisse è una lepre. Quindi di solito lascio perdere, ma quel suo buonumore non mi va davvero, non può essere reale e, soprattutto, va debellato perché le malattie contagiose vanno stroncate sul nascere o ne derivano catastrofi.

– Questo non è quello che ho ordinato, però.

La mia acidità è poco credibile, perché sono infradiciata di pioggia e ho il naso tappato. Quindi non suona come una bella battuta da film, suona come un capriccio di una bambina raffreddata.

– E’ precisamente quello che lei ha ordinato: la soluzione al suo primo problema. Lei non ha fatto colazione e questa è una colazione. Per 2 euro questa è l’unica soluzione che posso offrirle.

– E gli altri problemi?

– Non li può risolvere tutti insieme, non trova? E poi meglio non esagerare o la brioche le resta sullo stomaco.

E’ ancora troppo presto per rimbeccarlo e lo conosco ancora troppo poco per tirarla avanti, quindi mangio e bevo e pago e poi esco.

 

Mannaggia a lui e mannaggia alle mie difese immunitarie. Mi ha attaccato il buonumore.