I venti sono l’età in cui uno prende il volo su ali fatte di progetti ancora da sottoporre a test di sicurezza. Prendi una bella rincorsa alla soglia dei 18 e spicchi il balzo senza minimamente pensare all’atterraggio.
Già ai 25 ti rendi conto che si tratta piuttosto di planare.
I sogni Boubouc li nascondeva al mattino e li ritirava fuori la sera; li accarezzava piano e li lasciava volare e mentre sorrideva guardandoli si massaggiava il collo stanco. Perché i sogni che si portano in giro pesano tanto.
E pensavo a chi legge.
Quella di chi scrive e chi legge è una storia in solitudine.
Chi scrive scrive perché non ha altro modo. Non ha scampo. Non ha appigli o mani a tirarlo.
– Salve, vorrei un biglietto per un viaggio favore.
– Per andare dove?
– Per andare via da qua.
– Ma… Non è possibile, io… Mi scusi, non capisco come sia possibile.
– Suvvia, non se la prenda, niente di personale. Ci sono dei candidati che si sono rivelati più adatti al ruolo. Le consiglio di pensare ad una masterclass di specializzazione, magari. Potrebbe fornirle quella spintarella in più.
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