Vorrei farmi un grande giardino.

Ci metterei dentro gli eucalipti, perché da piccola non riuscivo a pronunciarla come parola e sarebbe un gran traguardo solo il dire di averli. Ci metterei dentro una quercia e un ulivo a tenersi per mano, e una betulla a benedire il loro amore.

Ci metterei dentro un glicine e un salice a dire che non ci sono razze, nel mondo, solo tanti diversi colori. Ci metterei dentro un laghetto e ci costruirei sopra un ponte di legno, sottile, ingobbito e ben saldo, da attraversare nei momenti di dubbio. E ci sarebbe un sentiero di sassi, che si srotola un po’ dappertutto, un pesco, un melo e un fico un po’ imbarazzato, ad allietare pomeriggi d’estate con una salda e fresca dolcezza.

Poi una panchina, per non disturbare formiche o lombrichi, per guardare farfalle che si schiudono come i sogni d’infanzia. Ci metterei margherite da campo, l’ortica, i ranuncoli, le veroniche i fiordalisi e i papaveri. Le rose a salutarmi a maggio e le ortensie a dar loro il cambio a giugno, così da non sentirmi mai sola.

Vorrei farmi un grande giardino e chi mi regalerà un fiore sappia che allora sarebbe un dono che vale un per sempre.