Una delle cose che ricordo del periodo della mia formazione scolastica è la tabellina del 2.

Ricordo soprattutto che 2+2=4 e lo ricordo anche perché è un detto molto comune (anche se, ad essere pignoli, sempre rimestando tra i ricordi che ho tenuto del liceo, a volte in chimica 2+2=5. In latino, se facciamo una metafora in cui sottintendiamo che le cifre siano regole grammaticali da applicare per ottenere una certa traduzione, allora 2+2= 283645283047262,646544, ma solo a volte. Queste, sappiatelo, sono tutti risultati di test scientifici e hanno una veridicità intrinseca per cui, andiamo, fidatevi per una volta!).

Quando poi sono uscita dal periodo di studi (devo aver ottenuto una laurea in un qualche modo imprecisato e del tutto casuale) ho capito che tutto quello che bisogna fare, per sopravvivere in questa giungla, è applicare le conoscenze fino ad allora apprese in modo puramente teorico, alla pratica.

Facile, come fare 2+2.

 

Veniamo dunque all’ostacolo principale nella vita di un essere umano che abbia la sciagura di capitare nel mondo dopo il Romanticismo (perché, signori, è comprovato altrettanto scientificamente, che tutte le rogne siano state tirate fuori in quel periodo. E’ come se Freud, Jung, Delacroix, Goethe, Keats, Byron, Hugo, Chateaubriand, Foscolo e Leopardi avessero aperto un funesto vaso di Pandora che ci ha tutti resi coscienti di quello che in inglese si definisce Overthinking – cioè pensare troppo. Colpa loro quindi).

Dunque, dicevo, l’ostacolo principale nella vita di un essere umano sono i problemi sentimentali, su questo non ci piove.

Ma, dopo secoli di evoluzione scientifica e sociale, di analisi e autocritica vi posso confessare che un rimedio c’è, è efficace, è alla portata di tutti i portafogli e, soprattutto, pro-fu-ma!

 

Signori: fatevi una ceretta!

Nessun imbroglio, solo fatti storici e pensieri filosofici applicati nel pratico quotidiano di ognuno.

La ceretta è una pratica che deriva dal pensiero orientale noto come “Sem-Aleh Ay Fah Ty Pi-Uhm-Aleh” che consiste nella teoria secondo cui se si prova dolore in una sfera emotiva, o in qualche area del corpo, la soluzione sta nel provocarsi un dolore più acuto in modo tale da concentrarsi solo su quest’ultimo, dimenticando il primo.

La ceretta ben si applica nel caso di problemi emotivi, per un’affinità di concetti: la perdita. Nel primo caso (quello sentimentale), si tratta di una perdita di equilibri, mentre nel secondo (la ceretta) si tratta di una perdita di peluria.

 

Se perciò piangete perché la vita, il fato, o una donna/uomo più bello/ricco/ninfomane vi ha strappato la persona a cui tenevate, vi assicuro che facendovi una ceretta vi renderete conto che esistono cose assai dolorose e delicate da strappare via e a cui dedicherete molti più pianti, molti più “Perché Signore?! Perché?!” e molte più urla di dolore.

 

La ceretta è un medicinale a base di cera e disperazione che può causare indipendenza, leggere attentamente tra le righe di questo estratto scientifico, il male di vivere può danneggiare voi e la vostra famiglia, non somministrare sotto i 18 anni.

Per dolori di tipo acuto si consiglia una ceretta inguinale completa.